Adriano Trento - Photography
Mi chiamo
Adriano Trento, sono nato nel 1978 a Mosca. Attualmente vivo in
Lombardia a pochi chilometri da Milano, dopo essermi parecchie volte
trasferito nel corso degli anni.
Ho ricevuto una
formazione scientifica e posso dire che materie quali la matematica
la fisica e la biologia sono sempre state le mie preferite. Conseguite
prima la maturità scientifica e una laurea in biologia poi, svolgo
tuttavia un lavoro poco inerente agli studi fatti : è questo, come
molti sanno, il rischio a cui si va incontro oggigiorno mirando a un
impiego in ambito scientifico.
Sono da sempre appassionato di tecnologia, e credo ch’essa stia ora
attraversando un momento chiave del suo sviluppo : tento dunque di
stare al passo con l’evolversi di nuove tecniche nei campi
dell’informatica e della fotografia digitale.
Devo molto a
quest’ultima in quanto, da quando mi ci sono avvicinato, mi ha sempre
dato la possibilità di esprimermi al massimo attraverso l’obiettivo,
la passione per il quale mi accompagna fin da piccolo. Ognuno di noi
possiede una propria vena artistica e creativa, la difficoltà sta nel
trovarla, ma come spesso accade è l’arte stessa a trovare noi: così
alla mia porta ha bussato l’arte della fotografia, che il digitale ha
aiutato a crescere e prendere forma.
Le mie
esperienze con le macchine fotografiche analogiche non sono state
molto incisive: la prima macchina che ho tenuto in mano è stata una
Zenit TTL, poi è stata la volta della Kodak, altre non hanno lasciato
nemmeno il ricordo del loro passaggio, ma come dicevo per fortuna è
scoppiata la rivoluzione del digitale!
Ho fatto i primi scatti in digitale con una Spyc@m 100, che in realtà
non era una vera macchina fotografica, piuttosto una webcam con pochi
megabyte di memoria; fu però proprio quel primo breve incontro a
suggerirmi quale fosse la strada giusta.
Dopo pochi mesi
avevo investito tutti i miei risparmi in una Olympus c720, che mi
permise di fare i primi scatti seri; altra grande conquista fu la
Fujifilm FinePix S6500. Ben equipaggiato cominciai dunque a studiare
seriamente fotografia, concentrandomi sull’ottica, la chimica, la luce
e il loro impiego nel campo digitale; parecchie sono state anche le
letture sulle varie tecniche quali la naturalistica, il ritratto,
bianconero, reportage, macro, pubblicitaria. Di queste alcune le ho
fatte mie, raffinandole, altre volte per i miei lavori mi sono
ispirato a persone che della fotografia hanno fatto una passione e una
professione. Per migliorarmi ho seguito dei corsi, in aula, sul campo
e sul web.
Ultimamente mi
sono avvicinato al fotoritocco, del quale ho rivalutato l’importanza.
Inizialmente credevo che una foto dovesse rimanere così come usciva
dalla macchina, ma poi mi sono dovuto ricredere in quanto la
concorrenza era sleale e l’elaborazione dell’immagine mi ha mostrato
di quanto si può migliorare uno scatto, soprattutto lavorando sulla
luce e i colori. Ho conosciuto di conseguenza la piattaforma
Macintosch, che dopo anni passati sul pc, è stata una piacevolissima
sorpresa in quanto rivelatasi in grado di fornire risultati fantastici
anche nella visualizzazione delle fotografie e nella loro
elaborazione.
La mia
esperienza con le macchine fotografiche ha toccato molti strumenti
dalle marche più svariate, ne cito alcuni tra cui: Nikon, Canon, Fuji,
Olympus, Sony, Panasonic, Kodak, Samsung, Casio, Polaroid.
Sperimentando
mi sentii poco soddisfatto di ognuna di queste macchine ed alla fine
capii che ciò che cercavo lo potevo trovare solamente tra le reflex.
Nel mondo delle Reflex tengo in considerazione solo due marche: anche
se gli amici che usano le Alfa o le Pentax non saranno d’accordo,
rimango sempre dell’idea che la migliore sia la Nikon, con unica
degna avversaria trovata nella Canon. Non posso parlare male della
Canon, perché è un’ottima marca, ma quando per la prima volta presi in
mano una Nikon, capii subito che era la macchina fatta per me in
quanto racchiudeva tutto quello che da sempre pretendevo da una
macchina fotografica.
Il mio concetto
di fotografia va ben oltre un’immagine o un ricordo. Si tratta di una
forma d’arte, è un mezzo di comunicazione, è un modo per trasmettere e
suscitare sentimenti. Permette di giocare con la luce, mostrare il
lato bello delle cose cercando di nasconderne o mascherarne i difetti.
Quello che un fotografo si sente spesso dire o addirittura pretendere
è quello di scattare una bella fotografia a comando. Ammesso che
ovviamente il concetto di bello sia sempre molto soggettivo, tengo a
precisare che la bellezza di una fotografia è composta da cinque
elementi:
il soggetto;
l’idea;
la luce;
lo strumento;
ed in fine il momento.
Il compito del
fotografo è proprio quello di combinare questi cinque elementi e
racchiuderli in un’immagine. Se osservandola avvertite qualcosa o
sentite anche una piccola emozione destarsi all’improvviso, allora
avete davanti una bella fotografia.
Siccome
ciascuno di noi ha una diversa sensibilità, avrà anche diverse
preferenze per quanto riguarda fotografia e tecniche: questo vale sia
per il fotografo che per l’osservatore.
C’è chi per
valutare ben fatta una foto pretende uno scatto dalla cima
dell’Everest, ma la neve la potete trovarla anche nel frigorifero di
casa vostra! Sta tutto nella maniera di cogliere e presentare il
soggetto, svelandone quegli aspetti e quelle sfumature che gli altri
non vedono anche se guardano dove guardate voi.